Legambiente: “Il traffico illecito dei rifiuti è un’emergenza nazionale che colpisce l’ambiente e l’economia del paese. Servono più controlli e azioni concrete”
“Gli arresti di questa mattina a Catania confermano come la mafia abbia ormai individuato nel ciclo dei rifiuti uno dei settori più floridi per il suo business sia al Sud che al Nord Italia. Secondo i dati emersi dal rapporto “Ecomafia”, il giro illegale dei rifiuti è infatti di almeno 4,1 miliardi di euro l’anno di cui 3,1 derivano dai rifiuti speciali e un miliardo dagli appalti nella gestione dei rifiuti solidi urbani nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Un mercato d’affari che si alimenta anche attraverso l’infiltrazione nella gestione “legale” del ciclo dei rifiuti inquinandolo e minacciando così la salute dei cittadini”, così il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza commenta la maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catania che ha sgominato un’imponente infiltrazione della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti.
“La penetrazione mafiosa, anche grazie a complicità di vari livelli, – aggiunge Cogliati Dezza – inquina tutti gli aspetti della filiera dei rifiuti, l’ambiente e l’economia del Paese. Per questo non bisogna abbassare la guardia ed occorre continuare, senza indugio e attraverso azioni concrete, la lotta al traffico illegale insieme a maggiori controlli su tutto il territorio nazionale. Infine fondamentale è l’incentivazione di buone pratiche che coinvolgano tutta la filiera del riciclo dei rifiuti”
Con l’operazione di oggi, le inchieste per traffico organizzato di rifiuti, ex. Art. 260 Dlgs 152/2006, diventano 205. Le indagini hanno comportato 1.289 ordinanze di custodie cautelari, 3mila852 denunce e sono state 689 le aziende coinvolte. Le procure che hanno indagato sono state 89 coinvolgendo tutte le regioni d’Italia, ad eccezione della Valle D’Aosta, ed anche 25 Paesi esteri.
“La mafia – afferma il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana – ha continuato ad inquinare il sistema dei rifiuti anche dopo il passaggio dalla gestione dei comuni a quella degli ATO ed è evidente che questo può avvenire solo grazie alla complicità dei colletti bianchi, amministratori e funzionari. Chiediamo alla nuova Assemblea regionale siciliana di istituire al più presto una commissione parlamentare d’inchiesta che ricostruisca anche le responsabilità politiche di un fallimento che sembra ad oggi non avere colpevoli né, tanto meno, soluzioni.”