Oggi l’efficienza energetica è un’esigenza tecnica ed economica ma sopratutto una responsabilità morale. Fra i settori che consentono un risparmio immediato e tangibile in termini energetici ed economici vi è senza dubbio l’illuminazione. La soluzione ad oggi universalmente riconsociuta per i bassi consumi, l’affidabilità, la durabilità e la duttilità nella regolazione è senza dubbio la tecnologia a LED. Fino ad oggi il freno maggiore è stato il prezzo relativamente elevato delle apparecchiature, ma a distanza di un anno i prezzi medi sono calati del 40%. Si, le percentuali sono proprio di questo ordine di grandezza, basti pensare al ribasso superiore al 40% praticato dalla ditta che ha vinto l’appalto per la trasformazione a LED dell’impianto di pubblica illuminazione di Lascari alla fine del 2014 (Fonte: Polo Fotovoltaico di Sicilia).
Lo scoraggiamento iniziale dato dal prezzo più alto rispetto alle cosiddette “lampade a basso consumo” (CFL compatte) è subito smentito da un rapidissimo e semplicissimo calcolo:
si consideri che, a parità di flusso luminoso, le potenze elettriche impegnate per ogni singola categoria di lampada sono le seguenti:
Tipologia di lampada | W |
LED | 12 |
CFL | 24 |
Incandescenza | 108 |
Considerando una media di ore di accensione giornaliera pari a 6 ore e il prezzo medio al kWh per l’energia elettrica avremmo i seguenti consumi annuali e i relativi costi:
Tipologia di lampada | kWh | € |
LED | 26,28 | 4,47 |
CFL | 52,56 | 8,94 |
Incandescenza | 236,52 | 40,21 |
Oggi il prezzo medio di una comune lampada a LED da 12 W oscilla fra 4€ e 6€, è immediato notare come sia possibile riprendere l’investimento in poco più di 1 anno nel caso di sostituzione di lampade CFL, a fronte di una vita media notevolmente più elevata rispetto a queste ultime. Non si affronta la comparazione con le vecchie lampade a incandescenza perchè sarebbe veramente ridicolo. Basta moltiplicare questi numeri per tutte le lampade che vengono usate frequentemente nelle nostre abitazioni per accorgersi dell’estrema convenienza in termini energetici ed economici della tecnologia a LED.
Ma c’è un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione.
Ogni lampadina compatta fluorescente contiene circa 5 milligrammi di Mercurio, una quantità veramente esigua, neanche il peso di una pulce. L’APAT ha stabilito un limite preciso di contaminazione di mercurio in acqua potabile pari a 1 microgrammo. Per capire gli ordini di grandezza, la quantità contenuta in una banale lampadina a basso consumo è pari a 5.000 volte il limite massimo di contaminazione in acque potabili.
Quanti di noi hanno gettato una lampadina CFL fra i rifiuti indifferenziati? Questa lampadina è stata gettata in discarica e il mercurio avrà contaminato le falde acquifere circostanti; quali sono gli effetti del mercurio sulla salute dell’uomo? La tossicità del mercurio colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico ma, come la maggior parte delle sostanze neurotossiche, agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario. Una volta ingerito, inalato o toccato, il mercurio si distribuisce in tutti gli organi del corpo umano in uno spazio temporale che può arrivare a 60 giorni. Inoltre il mercurio attraversa facilmente la placenta penetrando nel feto compromettendo lo sviluppo normale del cervelletto del nascituro. Ma non è tutto: tra gli effetti direttamente connessi all’accumulo di mercurio negli organi o nei tessuti, figurano anche patologie diffuse come depressione, epilessie, distrofie, paralisi, asma, riniti e congiuntiviti.
Ma come è possibile riciclare in modo corretto le lampadine a basso consumo energetico esaurite?
Le lampadine a basso consumo di energia, i tubi lineari e tutte le sorgenti luminose a scarica devono essere separate dai normali rifiuti urbani.
Il cittadino le può portare presso i centri di raccolta comunali o isole ecologiche. Per conoscere il punto di raccolta più vicino, è possibile scaricare l’applicazione gratuita per Apple e Android Ecolamp: l’isola che c’è, oppure consultare il sito www.cdcraee.it, all’interno della sezione “Comuni” (Lista dei Centri di Raccolta per Area Geografica).
A partire dal 18 giugno 2010, i cittadini possono anche restituire, in rapporto di 1 a 1, le vecchie lampade al momento dell’acquisto di quelle nuove presso i punti vendita della distribuzione (Ritiro Uno contro Uno).
Il Decreto Legislativo 49, entrato in vigore il 12 aprile 2014, introduce inoltre, all’articolo 11 comma 3 il cosiddetto ritiro 1 contro 0 (vedi la Normativa RAEE), ovvero la possibilità di restituire ai negozianti l’apparecchiatura non più funzionante senza alcun obbligo di acquisto. Questa attività riguarda i RAEE di piccolissime dimensioni (inferiori ai 25cm) ed è obbligatoria solo per i distributori con superficie di vendita dedicata alle AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) superiore ai 400 mq.
È importante sapere che soltanto le lampade a basso consumo di energia si raccolgono separatamente dagli altri rifiuti, mentre le lampade a incandescenza e ad alogeni (contenenti il filamento metallico) non sono soggette a raccolta differenziata. Fonte: www.ecolamp.it