La possibilità di abbinare una caldaia a condensazione a un sistema di riscaldamento a radiatori (o comunque ad un impianto ad alta temperatura) è una questione abbastanza controversa. Alcuni installatori, infatti, sconsigliano la realizzazione di impianti di questo tipo, mentre altri la ritengono un’opzione assolutamente praticabile.
In ogni caso, la soluzione impiantistica unanimemente riconosciuta come la più efficiente, prevede l’accoppiamento tra una caldaia a condensazione e un sistema di riscaldamento a bassa temperatura, nello specifico pannelli radianti e ventilconvettori. E’ pur vero,però, che la tipologia impiantistica più diffusa è proprio l’impianto a radiatori e a termoconvettori che impiega acqua ad alta temperatura (80/85°C). Ma andiamo al cuore del problema.
Ormai tutti sappiamo che la caldaia a condensazione realizza un efficace sfruttamento del calore latente di condensazione del vapore contenuto nei fumi di scarico. Il calore latente è la quantità di calore rilasciata da una massa di vapore condensante . La temperatura di rugiada è la temperatura alla quale il vapore contenuto in una massa d’aria comincia a condensare per fissata pressione. La condensazione del vapore avviene dunque se i fumi lambiscono una superficie avente temperatura inferiore alla propria temperatura di rugiada. Questo è proprio il nodo del problema dell’accoppiamento della caldaia a condensazione al relativo impianto di riscaldamento. Minore sarà la temperatura di ritorno dell’impianto, maggiore sarà il recupero di calore in quanto sarà ottimizzata la condensazione.
Una buona strategia per ottimizzare il proprio impianto consiste nel riuscire a far funzionare la caldaia a condensazione come una normale caldaia solo nei giorni più freddi e sfruttare la condensazione nella restante parte del periodo di riscaldamento in cui le temperature esterne non sono eccessivamente basse. Come fare? E’ necessario variare la temperatura dell’acqua di mandata in base alla temperatura esterna, ciò è realizzabile mediante una una sonda di rilevazione della temperatura esterna, collegata ad una centralina di controllo; in questo modo, la temperatura dell’acqua di mandata ai radiatori si regola automaticamente, diminuendo all’aumentare della temperatura esterna. Attenzione a posizionare correttamente la centralina esterna! Una buona soluzione potrebbe essere il posizionamento della centralina in una parete a nord e la conseguente regolazione fine mediante termostati ambiente. In questo modo la centralina avverte sempre la temperatura dell’aria e la misurazione non è inficiata dai raggi solari; grazie al termostato ambiente vengono valorizzati gli eventuali apporti gratuiti di calore (raggi solari, apparecchiature elettriche, ecc). E’ opportuno ricordare che la sola sonda climatica esterna non è sufficiente, occorre l’accoppiamento con sistemi di regolazione ambiente (valvole termostatiche, termostati a bordo dei ventilconvettori, termostati agenti sulle valvole elettrotermiche del collettore, ecc)
Chiaramente, un aspetto che agevola in maniera determinante l’accoppiamento fra la caldaia a condensazione e l’impianto a radiatori è un buon isolamento termico: grazie a ciò è possibile diminuire la temperatura di mandata di qualche grado. Un altro aspetto è legato al numero di elementi dei radiatori: maggiore è il numero di elementi, maggiore è la superficie di scambio termico del radiatore, ciò permette l’impiego di una temperatura di mandata inferiore rispetto al caso tradizionale. Molte abitazioni sono già dotate di radiatori con elementi in soprannumero in quanto in passato non veniva effettuata una progettazione fine dell’impianto e, vista la scarsa qualità dell’involucro edilizio, i radiatori venivano sovradimensionati per sopperire le enormi dispersioni termiche (una ratio scellerata che però è stata in uso comune per decenni).
Considerate le usuali impostazioni di funzionamento delle caldaie, la condensazione avviene a circa 55 °C (per le caldaie a metano), è quindi necessario avvicinare la temperatura di ritorno dell’impianto a questo valore.
Accorgimenti più o meno impegnativi quali la coibentazione delle pareti esterne, la regolazione interna ed esterna e il numero degli elementi dei radiatori, permettono un sostanziale miglioramento delle prestazioni del proprio impianto, consentendo un “matrimonio” fra caldaia a condensazione e impianto ad alta temperatura che può portare a risultati abbastanza vantaggiosi in termini di risparmio economico ed energetico.