Forse non tutti sanno che dal 2005 è stato introdotto in Italia l’obbligo di redazione dell’attestato di prestazione energetica (meglio noto come APE) a carico (solitamente) dei proprietari degli immobili. L’APE è un documento che attesta la prestazione energetica di un edificio attraverso l’utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica. Attualmente la legge italiana obbliga i proprietari degli immobili a far redigere da un tecnico qualificato l’attestato di prestazione energetica nei seguenti casi:
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per le compravendite e per i contratti di affitto;
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negli annunci di vendita o locazione degli immobili;
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in generale, negli atti traslativi.
L’inosservanza all’obbligo di redazione comporta per il proprietario sanzioni amministrative variabili dai 300,00 ai 3.000,00 euro, in relazione al tipo di violazione. L’attribuzione della classe energetica di un immobile avviene in funzione di alcuni parametri geometrici oltre che in relazione al tipo di impianti, dei componenti opachi e trasparenti presenti. Le classi riconosciute dalla normativa nazionale sono otto ( A+, A, B, C, D, E, F e G) in ordine crescente di fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento invernale, espresso in kWh/anno per mq di superficie utile (nel caso di immobili residenziali) o in kWh/anno per metro cubo di volume (per gli immobili non residenziali).
Ma, concretamente, a cosa serve la certificazione energetica degli edifici?
L’APE è un documento che ha, tra gli scopi, quello di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili negli stessi e determinare i criteri generali per la certificazione della prestazione energetica degli edifici e per il trasferimento delle relative informazioni in sede di compravendita e locazione oltre che di promuovere l’uso razionale dell’energia anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione degli utenti finali
In generale è possibile affermare che una più alta classificazione energetica del proprio immobile permette di ottenere, a parità di condizioni, caratteristiche oltre che di luogo, un risparmio in bolletta per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria maggiore rispetto ad un immobile con una classe inferiore.
A quanto ammonta l’effettivo risparmio economico che si può ottenere con un’abitazione appartenente ad una classe energetica piuttosto che un’altra? Proviamo a calcolarlo.
Per fare una stima del risparmio abbiamo effettuato un calcolo energetico semplificato su un ipotetico immobile residenziale fittizio già esistente a Palermo, costituito da un solo piano fuori terra, di forma quadrilatera, libero su tutti i prospetti e confinante in basso contro terra, con una superficie netta di circa 100 metri quadrati, con infissi obsoleti (vetro singolo, telaio in alluminio e cassonetti con serranda in pvc) e caldaia autonoma standard per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria a 2 stelle alimentata a metano. Dai calcoli effettuati è risultato un indice di prestazione energetica globale pari a 263,1 kWh/m²*anno, ovvero a 26.310 kWh/anno1. L’ indice di prestazione energetica globale indica quanta energia viene consumata affinché l’unità immobiliare oggetto del calcolo raggiunga le condizioni di comfort minime per il riscaldamento invernale, la produzione di acqua calda sanitaria, il raffrescamento estivo e l’illuminazione artificiale (attualmente, si considerano soltanto i primi due elementi nel calcolo). Dato il fattore di conversione dei kWh in metri cubi di gas2, l’energia necessaria al raggiungimento del confort dell’unità immobiliare oggetto del calcolo sarà pari a circa 2.506 mc di gas ovvero (valutata la tariffa media per mc di gas3) a 2.286 euro/anno.
Considerando le caratteristiche dell’immobile descritto, gli attuali impianti a servizio dell’unità immobiliare ed i costi medi di possibili interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica (sostituzione caldaia, cappotto esterno per la muratura, miglioramento dell’isolamento del solaio di copertura e contro terra, sostituzione degli infissi esistenti) sarebbe possibile raggiungere un’indice di prestazione energetica globale pari a 70,6 kWh/m²*anno, ovvero a 7.060 kWh/anno con una spesa per il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda sanitaria pari a circa 613 euro/anno. Una differenza di ben 1.674 euro risparmiati ogni anno che aiuta, sicuramente, ad ammortizzare i costi degli interventi (tra i 15 ed i 25.000 euro, a seconda degli interventi) fin dal primo anno di realizzazione.
Chi riqualifica il proprio immobile, inoltre, può godere delle agevolazioni fiscali pari al 65% della spesa sostenuta suddivise in dieci rate annuali di pari importo. Nella stessa misura è prevista anche la detrazione per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali e per quelli che riguardano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio4.
Dal 1° gennaio 2016 l’agevolazione sarà invece sostituita con la detrazione fiscale (del 36%) prevista per le spese relative alle ristrutturazioni edilizi
1Il calcolo energetico è stato realizzato su un immobile ipotetico, non esistente ed è soltanto a titolo esemplificativo.
2http://www.eni.com/it_IT/azienda/cultura-energia/fattori-conversione-energia/fattori-conversione-energia.shtml
3http://taglialabolletta.it/quanto-costa-un-metro-cubo-smc-di-gas-metano/
4Guida dell’agenzia delle entrate sulle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico – gennaio 2015
Giuseppe di Giovanni